Occorre riannodare il filo del 900 e scioglierne qualche nodo. Occorre seppellire il sangue che divide da troppo tempo istanze soggettive di radicale cambiamento.
Bisogna riflettere sul fatto che il fascismo fu soprattutto un tradimento.
Tradimento delle sue origini ideologiche (la redazione dell'Avanti!) e delle sue origini storiche (il programma rivoluzionario di via Sansepolcro).
L'opportunismo di Mussolini portò il fascismo a diventare la dittatura della parte più sciovinista e reazionaria del capitale. Nella definizione stessa della III Internazionale sono impliciti i limiti dell' antifascismo: alleanza con una parte (quella meno sciovinista e reazionaria) del capitale.
Nel capitalismo globalizzato dell'età matura dell'imperialismo questa componente, essendo la più cosmopolita, è diventata anche la più reazionaria.
Il fascismo dittatura del capitale è in frac, o in abiti di Armani. L'anticorpo più potente contro il fascismo dei salotti buoni non è il caravanserraglio antifascista, altrettanto compromesso con i suoi mandanti, ma quanto resta di una destra popolare sociale e antagonista del capitale.
Bisogna fare uno sforzo storiografico e teorico per una rivalutazione della scelta soggettiva di molti ragazzi di Salò, certi di combattere una guerra anticapitalista e antimperialista. Bisogna sottrarre al fascismo mastino del capitale miti usurpati su cui si basa una gran parte della sua fortuna elettorale.
Occorre saper dialogare, e all'occorrenza allearsi, con quella parte della destra che meglio, rispetto alla sinistra ultraborghese, incarna e interpreta fastidi e speranze del popolo.