In quanto uomo, m'impegno ad affrontare il rischio dell'annientamento perché due o tre verità gettino sul mondo
la loro luce essenziale (Frantz Fanon)

giovedì 31 maggio 2012

2 giugno


Anche quando ero giovane io c'erano degli uomini anziani a cui piacevano i soldati. Ma allora non erano punto rispettati: i ragazzacci li schernivano e li chiamavano con nomi infami.
Se nella penombra dei cinematografi, si avvicinavano troppo al bersagliere, rischiavano anche le botte. 

mercoledì 30 maggio 2012

la fine del prina

giuseppe prina, ministro delle finanze del napoleonico regno d'italia aveva un debole per il pareggio di bilancio che perseguiva esasperando il prelievo fiscale sui redditi popolari.
fu ucciso come un cane dalla folla in tumulto.
era un servitore dello stato, ma qual'è il rapporto tra stato e popolo?

martedì 29 maggio 2012

tirannicidi

gaetano bresci

il guaio, nel riportare all'800 i rapporti tra capitale e lavoro, è che anche le forme di lotta possono diventare ottocentesche.
  

domenica 20 maggio 2012

gertrude stein

era donna, lesbica e ebrea, un mix di diversità per cui sicuramente più di un intellettuale della nostra sinistra gli avrebbe concesso, senza esame, la patente di progressista, ma era soprattutto ricca.


se l'amica di picasso civetta col fascismo


leggi l'articolo di piero sanavio

sabato 19 maggio 2012

Saviano come Garibaldi

parlare male di Garibaldi Parlar male o dire verità spiacevoli su cose che possono offendere persone, istituzioni, idee o concetti unanimemente considerati sacri e intoccabili [Dizionario dei modi dire, Hoepli]




Saviano e il brigatista


Centro Peppino Impastato

martedì 15 maggio 2012

hanno rotto i coglioni


L'articolo su il manifesto di stamani di Francesco Paternò comincia con queste parole: Sopra la banca c'è sempre un uomo, mai una donna ... Bene, cosa diavolo vuol dire? Che se ci fossero più donne tra i banchieri, le cose andrebbero meglio? E perché mai? Si è accorto Paternò (nomen omen) che il tirapiedi del potere finanziario in Europa si chiama Angela Merkel?
Poco tempo fa, il manifesto per un nuovo soggetto politico - un progetto nato morto di gente molto compresa di sé - gli faceva eco, lamentando, a proposito della nostra screditata classe politica, il fatto che i deputati siano quasi tutti uomini, come se l'attuale campionario parlamentare femminile possa suggerire l'idea di una diversità antropologica che faccia ben sperare.
Queste affermazioni apodittiche e rituali hanno ormai rotto i coglioni e hanno tenuto la scena per troppo tempo. 
Nessuno ci crede più che le donne siano migliori degli uomini, i neri dei bianchi, i napoletani dei valdostani e gli omosessuali degli eterosessuali.
Non si deve credere neppure il contrario, sia chiaro, e va tenuto presente come, per troppo tempo, gli uomini abbiano oppresso le donne, i bianchi i neri, il nord il sud e gli eterosessuali gli omosessuali, ma non è rovesciando la questione come un calzino, che se ne arriva a soluzione.
Il pregiudizio razziale, cioè il razzismo, resta tale anche se virato in positivo.
Per razzismo, ad esempio, si è assegnato ad Obama un premio nobel preventivo per la pace, su cui occorrerebbe ora acquisire il parere degli irakeni.
Il fatto è che, mentre la destra si dedicava a coltivare i campi dell'immaginario (uno su mille ce la fa), la sinistra si consacrava al simbolico, lasciandoci orfani della realtà, sulla cui analisi critica aveva fondato la propria precedente egemonia.
A propiziare questa scelta rovinosa, il tradimento degli intellettuali, che dichiarando la morte presunta della lotta di classe, hanno potuto dedicarsi ai loro accademici giochi di parole e di potere, e al contempo candidarsi alla direzione, dal punto di vista della borghesia, delle masse popolari.
Il risultato è, naturalmente un disastro, perché certe idee bizzarre possono piacere solo da lontano. Si può, naturalmente, sostenere che uno zingaro sia un vicino di casa migliore di un prefetto, e questa tesi può godere di un certo credito nei quartieri dove bazzicano i prefetti. Ma negli slums dove è molto probabile avere un vicinato tzigano, la gente esprime il proprio parere sulla questione votando la Lega.
Ma non c'è niente da fare, una volta incamminati sulla strada postmodernista della esaltazione delle differenze, si è perduta di vista irrimediabilmente la stella polare dell'uguaglianza.
Nel medio evo il mondo alla rovescia del carnevale e dei giullari era senza dubbio uno strumento che metteva in dubbio le insormontabili verità metafisiche asserite dai padroni del tempo.
Ma allora - non ancora in voga l'esorcismo antipopulista - si aveva il buon gusto di lasciarne al popolo stesso e a chierici vaganti non omologati, l'elaborazione dei contenuti.
Oggi la borghesia, recitando le parti dei due poliziotti dei film americani, ci dà sia il dritto che il rovescio, in un gioco di specchi stucchevole e banale.
Quando il movimento operaio è nelle mani del nemico di classe, si apre la strada del fascismo.


sullo stesso argomento: verbali di un consiglio d'istituto

venerdì 11 maggio 2012

paura blu

gli scenari cambiano rapidamente. era solo l'ottobre scorso quando, per qualche petardo, si levarono, insistenti e persistenti, corali peana contro la violenza che aveva, si diceva, turbato una civile manifestazione. si compiansero, al solito, i servitori dello stato, fingendo di credere che i boia della diaz avessero cambiato mestiere o fossero andati tutti in pensione, si condannarono i facinorosi, si chiese al movimento di marginalizzare, espellere, isolare, riapparve in scena un termine d'annata:  provocatori.
già in quella circostanza, a dire il vero, qualcosa andò storto, il consueto appello a restare dalla parte della ragione fu raccolto solo dagli apprendisti stregoni di SEL e FES, da tempo addomesticati, mentre il movimento degli studenti, nel suo complesso, rifiutò di emettere condanne e accettò il rischio di stare (finalmente) dalla parte del torto.
ma anche tenendo presente questo, non possono non stupire le reazioni, davvero sotto tono, registrate in seguito al ferimento del dirigente genovese dell'italsider.
schiacciata dal peso delle elezioni, la notizia del ferimento non ha meritato le nove colonne che gli avrebbero, fino a poco tempo fa, accreditato i bookmakers.
ma anche nei giorni successivi, e nelle comparsate televisive dei leader di partito, la faccenda non è stata assolutamente enfatizzata. 
si dà, naturalmente, notizia delle indagini ed il fattaccio è stato stigmatizzato con parole di circostanza, ma i cicchito, gli straquadagno, i mauriziolupi & co. hanno lesinato sul profluvio di indignate e fiere esternazioni di cui, fino a non troppo tempo fa, ci avrebbero fatto fare indigestione.
il fatto è che, coi tempi che corrono, i membri una casta politica detestata dalla stragrande maggioranza della popolazione non ritengono prudente favorire l'associazione di idee tra la propria faccia e l'uso disinvolto di armi da fuoco. temono di dare un suggerimento.
di certe cose, meno se ne parla e meglio è, per questa ragione l'anniversario del rapimento di aldo moro è stato commemorato in sordina, eventualmente relegato nelle pagine interne, riservando la prima pagina a un morto più lontano nel tempo.
neppure l'anniversario della morte dello statista (9 maggio), che pure cadeva a fagiolo, è stato pronubo allo scatenarsi dell'ordinaria retorica tanto cara ai vecchi tromboni della nazione.
sarà, forse, perché l'orrore suscitato dall'uccisione di moro, che avvenne prima di mani pulite, quando ancora la classe politica godeva di un minimo di credibilità, non può più essere evocato, con intatto coinvolgimento emotivo, in un epoca in cui le notizie quotidiane sulla casta suscitano un sempre più forte sentimento di estraneità e repulsione.
un'altra ragione che si potrebbe addurre, per dare un senso alla evidente volontà, di politici e stampa, di parlare il meno possibile di questa brutta faccenda, sta nella questione della tenuta sociale, il cui scenario, rispetto agli anni '70, si è andato deteriorando.
nei cosiddetti anni di piombo c'era ancora un welfare forte, i diritti dei lavoratori non erano messi in discussione, non esisteva il precariato, le partecipazioni statali intervenivano nel salvataggio delle aziende.
con queste premesse la solidarietà nazionale aveva una sua ragion d'essere, perché difendeva uno stato sociale.
oggi, abbandonati al terrorismo del mercato, tutto ciò non esiste più e la disperazione comincia a lambire quelle che un tempo erano le classi medie.
in questa situazione l'apparato politico sa che un'eventuale ripresa dell'azione armata potrebbe essere fronteggiata solo sul piano militare, senza poter contare su un vasto consenso popolare.
che queste siano, o no, le vere ragioni, quello che è certo che l'apparato di controllo del capitale (politica e stampa) non riesce a nascondere la propria paura, e rinuncia ad analizzare i fatti per dedicarsi all'esorcismo.
PS (12 maggio) a conferma giunge la nomina di gianni de gennaro a sottosegretario alla presidenza del consiglio, con delega alla sicurezza.
i manuali di diritto costituzionale e il buon senso sconsigliano di assommare le funzioni politiche (di controllo) a un tecnico (che dovrebbe essere controllato). in questo caso, la nota stonata è anche più stridente, perché de gennaro fu a capo della polizia ai tempi della vergognosa carneficina della diaz.
rispetto alle sue responsabilità in ordine al massacro, la magistratura si è espressa in maniera contraddittoria, ora ritenendolo all'oscuro dei fatti (e dunque incapace di fare il suo mestiere), ora ritenendolo informato e attivo nel coordinare false testimonianze sull'accaduto (dimostrando così di saper fare il suo mestiere fin troppo bene, ma con tratti incompatibili con una democrazia).
nell'uno e nell'altro caso sarebbe stata sconsigliata, per imperizia o per criminalità, la sua attuale promozione.
invece c'è stata, e con il consenso di tutte le forze politiche, che evidentemente propendono per la seconda tesi, quella per cui sarebbe un ottimo poliziotto, ma senza scrupoli.
in tal veste è la figura professionale che ci vuole per garantire sonni tranquilli a una classe politica timorosa, per cattiva coscienza, del proprio destino.
con il miserabile materiale umano a disposizione, la banda degli attuali gerarchi deve ribaltare l'idea di pavolini (militarizzare la politica) nel suo contrario (politicizzare il militare), ma lo scenario evocato resta quello degli ultimi giorni di salò.
restiamo in attesa che venga richiamato in servizio anche il benemerito dottor de tormentis.



giovedì 3 maggio 2012

la reverenda madre faceva la puttana


Forse si tratta di una cura omeopatica.
La crisi in cui ci dibattiamo, e ci dibatteremo a lungo, è stata scatenata dall'ingordigia finanziaria e le banche sono state le maggiori responsabili del crack mondiale.
A caldo si disse che ci volevano regole che tenessero sotto controllo l'irresponsabile avidità di banche e assicurazioni.
Questo è il governo che ci siamo dati per mettere la museruola alle banche:

  • Mario Monti, già vice-presidente Banca Commerciale Italiana, international advisor di Goldman Sachs, azionista (oltre 10 milioni di €) di Intesa San Paolo, BNP Paribas, Deutsche Bank, ING, UBI Banco di Brescia;
  • Corrado Passera, già AD del Banco Ambrosiano Veneto, inventore di Banco Posta, AD di Banca Intesa, AD di Intesa San Paolo, si è sbarazzato (9 milioni di €) delle azioni Intesa, ma – ohibò – ha debiti per 3 milioni di € con Banco di Brescia e Credit Lyonnais, poverino;
  • Elisa Fornero, già vice presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo, poi vice presidente della Compagnia di San Paolo, esperto valutatore della World Bank, il marito è AD di Consel spa, una finanziaria della Banca Sella; non si hanno notizie sul patrimonio del coniuge;
  • Paola Severino, è stata l'avvocato di Geronzi (Capitalia) e dello Ior, è azionista di Generali e di Compagnia finanziaria commerciale Gbm spa, ha investimenti fiduciari in Banca Finnat e Unicredit, il marito, già al Banco di Napoli, è stato AD di Banco Posta Fondi ed è membro del comitato etico (si fa per dire) della Banca Federiciana, di cui la Severino detiene un buon pacchetto azionario;
  • Francesco Profumo (fratello di Alessandro, ex AD Unicredit) già membro consiglio amministrazione Unicredit Private Bank, e successivamente di quello Telecom (controllata dal gruppo bancario Telco), è azionista di Intesa San Paolo, Montepaschi, Unicredit;
  • Piero Gnudi, già nel consiglio d'amministrazione di Credito, e successivamente Unicredito, Italiano, possiede azioni di Intesa San Paolo e Unicredit.
Nessuno di loro investe un cent in Buoni del Tesoro o simili, quelli dobbiamo difenderli noi.
Non dubitiamo che siano le persone giuste per imbrigliare, con regole severe, l'avidità degli istituti di credito. Già hanno cominciato: per stipendi e pensioni  sopra i 1000 euro il conto corrente è diventato obbligatorio.

genio al lavoro

la disoccupazione giovanile ha fatto un balzo del 2% in un solo mese, un record sbalorditivo.
in effetti, quell'idea di mandare in pensione più tardi i vecchi, per poter assumere i giovani, era parsa a tutti una stronzata.
ma il genio della bocconi sorrideva ironicamente a queste banali osservazioni dei non tecnici, l'economia non è cosa per tutti.
e le tre scimmiette ABC, che ne sanno di terza mano, lì a sghignazzare: ma figurarsi, ne vogliono sapere più di un professore
adesso fior di professori confermano che quel conto della serva della gente comune era più giusto del conto del servo delle banche.
le tre scimmie sono in imbarazzo: eppure - frignano - certe cose c'erano scritte anche sui giornali.
sui giornali, in realtà, avevano letto quello che loro stessi avevano detto tre giorni prima. ma sono coglioni, e non se lo ricordano.
e se li cacciassimo via tutti e quattro, per assumere dei giovani?



martedì 1 maggio 2012

il cretino è un osso duro

Diceva Maigret che il criminale più resistente agli interrogatori è il cretino.
Il cretino non ha la sufficiente intelligenza per rendersi conto delle contraddizioni, può dire e smentire, nel breve arco di tempo, senza provare alcun imbarazzo.
È quello che ho pensato il primo maggio, quando Bossi ha ripreso la parola, dopo una breve quaresima, davanti al popolo leghista, decretando che il castigo è finito e che pertanto si ricandida alla segreteria del movimento.
Ma è scemo? mi son detto. Poi ho capito che, come già sapevo, non lo è affatto. Talvolta lo fa, come dicono i suoi lumbard, per non pagare dazio.
Infatti, passata la paura, non sembrava più il vecchietto tremolante e bofonchiante del giorno delle dimissioni, quando recitava la parte del malato di alzheimer derubato dalla badante, dalla moglie avida e dai bambini golosi. 
Oggi farfugliava anche meno del solito e si poteva capire, senza aiuto dell'interprete, quello che diceva.
Un cretino, comunque ci deve essere, e infatti ce ne sono a migliaia. Gli elettori della Lega. Ma anche questo, che la maggior parte dei leghisti, oltre che gretti, fossero anche ottusi, lo sapevamo già.
A quanto pare, lo sa anche Bossi.



primo maggio a torino

Alla manifestazione di Torino la polizia ha aggredito a freddo i compagni del CSA Akatasuna.
Lo ha fatto perché molti di questi servitori dello stato (Diaz docet) sono dei violenti che hanno scelto di arruolarsi, perché per fare carriera nella malavita ci vuole più coraggio.
Ma può anche darsi che l'abbia fatto su sommesso invito di qualche esponente del locale palazzo, che - avendone detta qualcuna di troppo - temeva un eccesso di contestazione.
Ciononostante il tentativo di comizio di Fassino è stato subissato da un diluvio di fischi sacrosanti .
Sarà ora che questi ex comunisti, ansiosi di piacere a banche e banchieri, capiscano che non incantano più nessuno e che sono ormai identificati come nemici di classe: facciano quindi i loro comizi al Rotary.
C'è un bisogno forsennato di un po' di pulizia, non di tanta polizia.
Cominciamo a cacciare il governo Monti che vuole far pagare alla povera gente i lussi dei ricchi!
Anche il presidente della repubblica che ha svenduto la sovranità nazionale alla BCE, deve andarsene!
VIA MONTI, VIA NAPOLITANO, EPURAZIONE.  



primo maggio

è ora di occupare le fabbriche!