In quanto uomo, m'impegno ad affrontare il rischio dell'annientamento perché due o tre verità gettino sul mondo
la loro luce essenziale (Frantz Fanon)

venerdì 25 agosto 2023

QUANDO SPUNTA L’ALBA, DOVE SPARIRÀ QUELL’UOMO IN FRAC?

 

Non rivedrò mai più la Scala dei Turchi deserta, con rare barche di pescatori all’orizzonte.


Non sentirò mai più l’odore della sabbia di Mondello, che mi è rimasto nelle narici, mentre nelle mie orecchie risuonano ancora le cantilene dei venditori ambulanti di meraviglie interdette.


Non prenderò più il caffè da Viotti, invisibili  e discreti i magnati, socievoli e alla mano Antonio Ghirelli, Nino Longobardi, Raffaele La Capria e Augusto Carloni, figlio di Titina De Filippo, che ci raccontava del caratteraccio di  zio Eduardo e dell’avarizia di zio Peppino.


Non mi siederò più sulla scalinata di Trinità  dei Monti con Paul Getty junior, a discorrere distrattamente di socialismo, lanciando sguardi di fuoco alle ragazze.  


Non dormirò più sulle panchine delle stazioni rivierasche con Beppe Giordano e Giulio Fedele.


Non mi accamperò più, col mio compagno di banco sopra al depuratore di Monterosso, a godere aria di mare


Non assisterò all’allunaggio, con Renzo Martelli e Silvana Rinaldi, finiti chissadove per un melanoma e due colpi calibro 38. Non ci saranno più "serate Henry Miller".


 Non mi accamperò all’Elba con una scolaresca reduce dalla maturità.


Né attenderò alla Ruta la banda degli easy rider che venga a liberarmi.


Non rivedrò la  Val Formazza con lo zio Aldo  e il nonno Piero, non sentirò più l’odore di fumo della stuba e quello, tutt’attorno, delle stalle.


Neppure pranzerò alla Tana del Pirata, con i miei genitori ancora giovani e i miei figli bambini, che vogliono andare al "Cavallino Matto".


Non farò il flâneur sui boulevards, se non con un ritrovato Marco D’Achille.


Non batterò i denti in un freddissimo Venerdì Santo a Barcellona.


Non urlerò dal  terrore sulle montagne  russe, con Claudio Sguazzini, all’Oktoberfest.


Non andrò più a  Lucerna ad ascoltare musica proiettata verso mete che non saprò mai.

 


Non mangerò fritto di paranza ad Acciaroli, spiando la distaccata ironia con cui il dottor Catania si congeda da un mondo cui, ad ogni buon conto, ha già staccato l’audio.


Infine, non passeggerò, solitario, per le vie di Istanbul, perché anche quel compagno di viaggio non c’è più.


Quel poco di mondo che ho visto mi è bastato. Quel mondo non c’è più e non ne voglio un altro.

L’alba si avvicina, non so dove andare, non ho dove andare.