In quanto uomo, m'impegno ad affrontare il rischio dell'annientamento perché due o tre verità gettino sul mondo
la loro luce essenziale (Frantz Fanon)

giovedì 23 maggio 2013

perché non firmo il referendum sull'eutanasia

Pochissimo tempo è passato da quando la mia città fu profondamente scossa dal suicidio di Carolina, una ragazzina di soli 14 anni.
Quando si riesce a sventare un atto del genere, è di norma un ricovero in psichiatria, dove, con colloqui e - all'evenienza - farmaci, si cerca di far superare il problema, o i problemi, che sono alla base della scelta disperata.
Chiunque lo vorrebbe, per il proprio figlio, per amici e conoscenti, ma anche per tutti quegli sconosciuti che sempre più di frequente approdano a questo esito estremo.
Eppure, chi sceglie il suicidio, decide qui e ora, reagendo a una situazione esistenziale che sta sperimentando.
Viceversa, con il testamento biologico, si decide ora per dopo, nella prospettiva di una situazione di esistenza non sperimentata e conosciuta solo dall'esterno.
Ma al senso comune, il paragone non calza: una cosa, infatti è suicidarsi in piena salute e in età ancora vigorosa, altra scegliere l'eutanasia in vecchiaia o in presenza di una malattia.
Benissimo, abbiamo così stabilito una cosa: quell'atto che si gabella come scelta soggettiva da rispettare, diventa rispettabile solo in presenza di una situazione oggettiva.
L'oggettivazione della qualità della vita, non è senza implicazioni, con questa ulteriore reificazione, si affida infatti alla scelta individuale, l'abominevole questione delle  vite non degne di essere vissute, che fu asserzione programmatica dell'eugenetica nazista. .
Ma è una scelta volontaria, si affanneranno a dire i sostenitori dell'idea.
Volontaria, o no la scelta, è comunque - in prima istanza - l'affermazione di un principio: ci sono certe vite che possono essere interrotte.
Non tutte, certo, ma solo quelle di chi è troppo vecchio o troppo malato.
Lasciate che si affermi un principio simile, e poi vedrete, nelle accelerazioni delle crisi economiche o nell'economia di guerra, quanto resterà volontaria la scelta.
Non sarebbe del resto la prima volta che una sinistra borghese e positivista apre delle porte che poi l'estrema destra provvederà a spalancare.
Quando cominciò, nella Germania di Hitler, la sistematica eliminazione dei minorati psichici, lo si fece sulla scorta del lavoro scientifico di una intera generazione di psichiatri e neurologi progressisti.





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