In quanto uomo, m'impegno ad affrontare il rischio dell'annientamento perché due o tre verità gettino sul mondo
la loro luce essenziale (Frantz Fanon)

martedì 15 maggio 2012

hanno rotto i coglioni


L'articolo su il manifesto di stamani di Francesco Paternò comincia con queste parole: Sopra la banca c'è sempre un uomo, mai una donna ... Bene, cosa diavolo vuol dire? Che se ci fossero più donne tra i banchieri, le cose andrebbero meglio? E perché mai? Si è accorto Paternò (nomen omen) che il tirapiedi del potere finanziario in Europa si chiama Angela Merkel?
Poco tempo fa, il manifesto per un nuovo soggetto politico - un progetto nato morto di gente molto compresa di sé - gli faceva eco, lamentando, a proposito della nostra screditata classe politica, il fatto che i deputati siano quasi tutti uomini, come se l'attuale campionario parlamentare femminile possa suggerire l'idea di una diversità antropologica che faccia ben sperare.
Queste affermazioni apodittiche e rituali hanno ormai rotto i coglioni e hanno tenuto la scena per troppo tempo. 
Nessuno ci crede più che le donne siano migliori degli uomini, i neri dei bianchi, i napoletani dei valdostani e gli omosessuali degli eterosessuali.
Non si deve credere neppure il contrario, sia chiaro, e va tenuto presente come, per troppo tempo, gli uomini abbiano oppresso le donne, i bianchi i neri, il nord il sud e gli eterosessuali gli omosessuali, ma non è rovesciando la questione come un calzino, che se ne arriva a soluzione.
Il pregiudizio razziale, cioè il razzismo, resta tale anche se virato in positivo.
Per razzismo, ad esempio, si è assegnato ad Obama un premio nobel preventivo per la pace, su cui occorrerebbe ora acquisire il parere degli irakeni.
Il fatto è che, mentre la destra si dedicava a coltivare i campi dell'immaginario (uno su mille ce la fa), la sinistra si consacrava al simbolico, lasciandoci orfani della realtà, sulla cui analisi critica aveva fondato la propria precedente egemonia.
A propiziare questa scelta rovinosa, il tradimento degli intellettuali, che dichiarando la morte presunta della lotta di classe, hanno potuto dedicarsi ai loro accademici giochi di parole e di potere, e al contempo candidarsi alla direzione, dal punto di vista della borghesia, delle masse popolari.
Il risultato è, naturalmente un disastro, perché certe idee bizzarre possono piacere solo da lontano. Si può, naturalmente, sostenere che uno zingaro sia un vicino di casa migliore di un prefetto, e questa tesi può godere di un certo credito nei quartieri dove bazzicano i prefetti. Ma negli slums dove è molto probabile avere un vicinato tzigano, la gente esprime il proprio parere sulla questione votando la Lega.
Ma non c'è niente da fare, una volta incamminati sulla strada postmodernista della esaltazione delle differenze, si è perduta di vista irrimediabilmente la stella polare dell'uguaglianza.
Nel medio evo il mondo alla rovescia del carnevale e dei giullari era senza dubbio uno strumento che metteva in dubbio le insormontabili verità metafisiche asserite dai padroni del tempo.
Ma allora - non ancora in voga l'esorcismo antipopulista - si aveva il buon gusto di lasciarne al popolo stesso e a chierici vaganti non omologati, l'elaborazione dei contenuti.
Oggi la borghesia, recitando le parti dei due poliziotti dei film americani, ci dà sia il dritto che il rovescio, in un gioco di specchi stucchevole e banale.
Quando il movimento operaio è nelle mani del nemico di classe, si apre la strada del fascismo.


sullo stesso argomento: verbali di un consiglio d'istituto

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