In quanto uomo, m'impegno ad affrontare il rischio dell'annientamento perché due o tre verità gettino sul mondo
la loro luce essenziale (Frantz Fanon)

lunedì 21 aprile 2014

radici culturali dei fascismi



Attorno all'anno Mille si diffusero due generi narrativi che come a suo tempo  i poemi omerici, avevano la funzione di legittimare la malavita organizzata che sarebbe presto divenuta la nuova aristocrazia feudale.
Le chansons de geste del cosiddetto ciclo carolingio, avevano per protagonisti Carlo Magno e i suoi paladini. L'opera più celebre, e considerata fondativa del ciclo, oltre che della letteratura francese, è la Chanson de Roland. 
Morte e giudizio di Carlomagno
L'altro filone è quello della materia di Britannia, o ciclo arturiano, che si snoda attraverso le vicende dei cavalieri della tavola rotonda di re Artù.
Tra i due generi vi sono delle vistose differenze, mentre il ciclo carolingio esordì subito in lingua volgare, mirando a un pubblico vasto, ma circoscritto a un territorio, il ciclo bretone ebbe origini in lingua latina, riservandosi un'audience socialmente più ristretta, ma paneuropea.
C'è dunque, fin dalle origini, una scelta di target differente, che si riflette puntualmente nelle differenze di contenuto. Delle due, quella destinata ad avere un successo più popolare, sarà la materia di Francia, che troverà anche un originale veicolo di diffusione verso gli strati più umili e non alfabetizzati.
L'opera dei pupi
Una differenza fondamentale sta nei due re protagonisti: Carlomagno è un personaggio storico le cui vicende si sono svolte in un passato relativamente recente, mentre Artù è personaggio di leggenda, confinato in un tempo imprecisato e forse acosmico.
Ciò spiega il ruolo diverso che svolgono all'interno dei due cicli, dove Carlo è un sovrano in carne e ossa, che decide, commettendo magari degli errori, mentre Artù, figura ieratica, ha pochi connotati umani e, più che decidere, sembra ispirare.
Re Carlo è facile all'ira come alla bonarietà e coniuga l'assoluta autorità regia a una familiarità di rapporti coi suoi paladini. Le parole d'ordine sono gerarchia e paternalismo.
Morte di Orlando
L'inutile morte di Orlando a Roncisvalle è l'apoteosi dello spirito gregario, quell'assoluta ubbidienza che porterà a difendere la patria anche facendo la guardia al bidone di benzina.
Nelle chanson de geste fa la sua prima comparsa il binomio di patria e fede, che nella versione falangista del fascismo latino coinciderà esattamente con quello carolingio di terra e cristianità.

Viceversa, la distanza fra Artù e i suoi cavalieri è abissale, quasi una trascendenza che, come tutte le trascendenze, si risolve in un'assenza intesa come una presenza muta e aperta alle interpretazioni.
La tavola attorno a cui siedono i cavalieri è rotonda, alla radicale superiorità del capo corrisponde l'assoluta uguaglianza delle membra, che non hanno gerarchia interna. Questa volta, le parole d'ordine sono: individualismo e misticismo.
Perceval

Il ciclo bretone, con Chrétien de Troyes, apre la saga del Santo Graal, qui le due parole d'ordine si definiscono con più precisione: iniziazione e esoterismo.
Il fascismo germanico e nordico, a cominciare dalla Thule-Gesellschaft, ne subirà il fascino.
Thule
Hitler fu iniziato alla Società Thule nel 1919 da Dietrich Eckart, a cui dedicherà  Mein Kampf.
La "Thule"? Ma tutto è partito da lì. Dichiarerà, poco prima dell'esecuzione Alfred Rosenberg.
Lo stesso Rosenberg aveva spedito in missione, nel 1931 e nel 1937, Otto Rahn fra le rovine di Montsègur, alla ricerca del Graal.
Populista e gregario, o élitario e iniziatico, il fascismo presenta sempre due facce, ma un identico scopo.
Anche oggi, nella divaricazione tra il fascismo mediterraneo antieuropeo della Le Pen e il neonazismo orientale filoeuropeo della destra ucraina, vediamo un apparente divaricazione. Ma sono solo tattiche diverse, finalizzate al raggiungimento del potere, che troveranno una pronta ricomposizione, una volta raggiunto lo scopo.
Nel 1934, in risposta ai tentativi tedeschi di annessione dell'Austria, Mussolini schierò le truppe al Brennero. Nel 1936, fu firmato l'asse Roma-Berlino. 
   
   

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