In quanto uomo, m'impegno ad affrontare il rischio dell'annientamento perché due o tre verità gettino sul mondo
la loro luce essenziale (Frantz Fanon)

martedì 26 febbraio 2013

Democrazia Progressiva

Il Garibaldino 29 marzo 1945, a. II, n. 13, p. 4

Ricostruire

Democrazia progressiva

L'obiettivo che noi proponiamo al popolo italiano da realizzare finita la guerra, sarà quello di creare in Italia un regime democratico e progressivo. (P. Togliatti, dal discorso pronunciato a Napoli l'11-4-1944)
Che si intende per democrazia progressiva? Democrazia significa: governo di popolo. Tutti i partiti politici italiani hano raggiunto un accordo sul piano ricostruttivo del dopoguerra: questo accordo è un regime democratico e progressivo.
Democratico: perché è il popolo che deve comandare sé stesso. Bando alle ricostruzioni capitaliste, brollo cadavere della democrazia borghese, falsa democrazia; bando agli iniqui privilegi del capitale. È il popolo che deve comandare nella ricostruzione della nuova Italia. Esso popolo deve comandare perché, oltre ad avere il diritto derivatogli dal lavoro, dal sudore e dalla fatica, possiede anche un altro diritto sull'attuale classe dirigente: il diritto dell'affamato che deve placare la fame, il diritto della classe oppressa, vilipesa, sanguisugata, durante venti anni di regime.
Basta con la speculazione; via il fascismo!
Eccola la parola d'ordine che diamo al popolo italiano. Le speculazioni del '18-19 non sono più ammissibili nel '45, quando la storia ha marciato nel progresso sociale, il grande plutocrate, l'immenso creso non possono restare con noi, perché opulenza e ricchezza sanno troppo di nero, puzzano troppo di collaborazione antinazionale e fascista.
E la democrazia avrà da essere progressiva. Cioè intaccherà i patrimoni maggiori, poi i medi, infine i minori. La nazione italiana è su di un piano di rovina economica: per rialzarla più in fretta bisogna che qualcuno scenda dal seggio dorato.
Ma progressismo non va inteso soltanto nel senso di attacco al capitale. L'Italia democratica dovrà essere progressista perché dovrà sempre più - cioè progressivamente - dare il potere al popolo. L'Italia democratica dovrà essere progressista perché sempre dovrà evolversi, migliorarsi col progresso. Potere di popolo contro il capitale, dunque, potere di popolo sempre più largo, potere di popolo non retrogrado o stazionario ma all'avanguardia mondiale. L'Italia democratica progressista è garanzia di abolizione d'ogni ritorno fascista, perché fascismo significa tirannide di pochi sulla massa, retrogradismo, speculazione.
Ma nella formula "democrazia progressiva" vediamo anche un'altra essenza.
È la prima volta che vinciamo la battaglia che da anni combattiamo contro i rapporti di produzione. Fino a ieri il lavoratore sudava, il datore di lavoro arricchiva, fino a ieri la disparità di guadagno e di dispersione di energia vitale fra lavoratore e speculatore era troppo evidente; oggi con la formula "democrazia progressiva" vediamo un raccorciamento della disparità, un trionfo del lavoro sul capitale: il primo trionfo.
Democrazia progressiva significa profonda alterazione dei rapporti sociali cioè rapporti di produzione. È il principio della proprietà che s'intacca; oggi non si hanno questioni di classe, oggi non si parla di alleanza classista; oggi si parla di fratellanza di popoli, si lotta per tutto il popolo; via la cricca fascista, via la cricca capitalista, via la cricca monopolista e grande industriale. È il popolo che deve comandare, sono il contadino e il piccolo proprietario terriero che debbono ricevere il profitto del loro lavoro, sono il proletario e il piccolo proprietario industriale che debbono sostituirsi al monopolista.
È già una vittoria, questa, alla quale hanno contribuito tutti i partiti formando il Fronte nazionale prima, il "Fronte di resistenza" poi, il Comitato di Liberazione Nazionale infine.
Il popolo deve prendere il comando fin d'ora, attraverso i C.d.L.N. di città paese e villaggio. Ove non esiste il C.d.L.N. lo si componga; ove già funziona lo si rafforzi. I componenti del C.d.L.N. siano espressi dal popolo, in quanto essi rappresentano tutte le classi, tutte le ideologie e sintetizzano l'attesismo. Sono gli elementi più coraggiosi, gli italiani di avanguardia.
Oggi lottano contro il nemico in armi, domani lotteranno contro il nemico che tenterà un'azione ricostruttrice speculativa e sfruttatrice. In qualche città dell'Italia liberata, si ha un tentativo di ritorno fascista. Non si tratta di fascismo in camicia nera, stavolta; è fascismo mascherato da capitalista, da grande industriale, da potente latifondista. Il popolo di quelle città fatica a prendere le redini del governo, cioè a stabilire un potere democratico, perché non ebbero tempo di formarsi i C.d.L.N., adunarsi attorno ad essi e combattere sotto la loro bandiera. In Italia settentrionale è diverso.
Da oltre diciotto mesi combattiamo tutti uniti contro il nazifascista; da diciotto mesi le città oppresse vivono di fatto non sotto l'ipotetico comando fascista, ma accanto al reale governo del C.d.L.N. clandestino. Già se ne vedono i frutti: la lotta contro il nazifascista si esplica non soltanto col mitra o con lo sten, ma anche con le leggi di potere democratico che urtano quelle fasciste. A Milano, Torino, Genova, ecc. questo inverno si moriva dal freddo: il C.d.L.N. diede ordine di tagliare le piante; la borsa nera s'ingigantiva e il C.d.L.N.A.I. diede ordine ai comitati d'inquilini di combatterla; il patrimonio nazionale se ne andava in Germania e il C.d.L.N.A.I. diede ordine di sabotare i mezzi di trasporto e di nascondere prima che fossero rubati.
Oggi sotto l'oppressione armata fascista, è il popolo che si autocomanda. Come si autocomanderà domani con la formula "democrazia progressiva" contro l'opposizione economica monopolistica e latifondista.

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