In quanto uomo, m'impegno ad affrontare il rischio dell'annientamento perché due o tre verità gettino sul mondo
la loro luce essenziale (Frantz Fanon)

mercoledì 8 gennaio 2014

divide et impera

Siete arrivati tutti primi e tutti riceverete un premio!
Nel meraviglioso paese di Alice, può capitare che a una gara di corsa si arrivi tutti primi.
Nel nostro disgraziato paese, c'è il rischio che tutti arrivino ultimi.
Poste centrali, feste di Natale, ressa. Aspetto da circa un'ora. All'improvviso, un signore alla mia sinistra, di eleganza forse un po' troppo giovanile per l'età, sbotta in una serie di invettive che, per tono, accenti e lessico, mal si combinano con la pretesa signorilità della sua mise.
Non ce l'ha con l'amministrazione, che non ha rinforzato il servizio, in previsione dell'immancabile picco della domanda determinato dalle feste, ma proprio con quei disgraziati di impiegati che lì, dietro il banco, non hanno smesso un minuto di lavorare.
D'altra parte, osservando lo scalmanato, tutto l'insieme, compresi gli occhi cerchiati che testimoniano di recenti, notturni, bagordi, fa pensare a una di quelle famigerate partite iva, che alternano lussi ed espedienti, mance generose e creste sulla spesa, vacanze a Sharm e debiti incancreniti.
Deve essere in ritardo con le rate del suv - penso - e per di più lo avrà posteggiato in doppia fila.
Ma la mossa dell'esagitato ha suscitato un mormorio di approvazione nell'intera platea, benché socialmente, e persino etnicamente, più variegata.
Si leva, allora, in controcanto, un'altra voce, a dar ragione all'intemperante. Ma questo lo conosco, è un brav'uomo, che fa - o faceva - l'operaio alla Pavesi.
Anche lui ha da ridire sulla supposta lazzaronaggine dei pubblici dipendenti, malgrado possa constatare che quelli in oggetto siano, proprio come lui sulla filiera dei crakers, in continuo movimento. Mi chiedo cosa potrebbe accadere se l'impiegata allo sportello, allo scadere di due ore di lavoro facesse - anche in questo caso, come lui - una pausa di dieci minuti per fumare una sigaretta o fare la pipì.
Interviene anche una signora anziana, evidentemente pensionata, che ci tiene ad informarci che gli impiegati delle poste sono tutti raccomandati e sempre in mutua, mentre sua nipote - che è laureata e ha voglia di lavorare - è cassiera precaria alla Unes.
In pochi minuti, lavoratori autonomi e dipendenti, insieme a pensionati e (de relato) precari si sono coalizzati contro il pubblico impiego. Immagino che negli uffici postali di Granozzo e Casalino, anche i coltivatori diretti si siano schierati.
Eppure, solo una settimana prima, per la cosiddetta protesta dei forconi, pubblico impiego, lavoro dipendente e pensionati erano coalizzati per stigmatizzare l'iniziativa fascistoide di lavoratori autonomi e coltivatori, tutti, senza dubbio, evasori fiscali, maneggioni e falliti.
Si deve andare, invece, più indietro nel tempo, per trovare i pensionati all'attacco frontale di tutti gli altri ceti, risultando determinanti in un famoso referendum sindacale che toglieva agli altri i diritti di cui avevano goduto loro.
Sempre più a ritroso, troveremo il lavoro autonomo, schierato contro i dipendenti - sia pubblici che privati - e i pensionati, a fare da punta di diamante nel referendum sulla scala mobile.
Insomma, tutti contro tutti e con tutte le combinazioni possibili.
Questa rissosità sociale, talvolta mascherato da parodia della lotta di classe, non dipende da tare psicologiche o culturali individuali, ma è il risultato di sapienti campagne, periodicamente orchestrate dagli organi di informazione.
E' l'adeguamento dell'antico divide et impera alle necessità del fascismo tecnocratico della BCE.
I fantocci governativi del potere economico-finanziario non sono più in grado di dare alcuna risposta positiva alle aspirazioni delle classi sociali, ma possono (e devono) prendere provvedimenti negativi contro le diverse porzioni del corpo sociale.
Ecco allora che si mette in piedi tutto un apparato, corredato di dati e statistiche, funzionale a sostituire la vecchia idea della giustizia sociale, con una più praticabile vendetta sociale.
Il fine è colpire, una per volta, tutte le classi subordinate, col concorso e il consenso di quelle che, a ogni step del percorso, credono di cavarsela.
Così si è fatto in Grecia e si vuol fare in Italia.
Ancora una volta, attuale, Martin Niemöller, a cui si ispirò Brecht:
Quando vennero per gli ebrei e i neri, distolsi gli occhi
Quando vennero per gli scrittori e i pensatori e i radicali e i dimostranti, distolsi gli occhi
Quando vennero per gli omosessuali, per le minoranze, gli utopisti, i ballerini, distolsi gli occhi
E poi quando vennero per me mi voltai e mi guardai intorno, non era rimasto più nessuno.
   



  



 
 

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