In quanto uomo, m'impegno ad affrontare il rischio dell'annientamento perché due o tre verità gettino sul mondo
la loro luce essenziale (Frantz Fanon)

venerdì 4 gennaio 2013

ci hanno lasciato nel 2012 [5]

Eric Hobsbawm
Shlomo Venezia fu deportato nel campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau. Durante la prigionia fu obbligato a lavorare nei Sonderkommando («unità speciali»), squadre composte da internati e destinate alle operazioni di smaltimento e cremazione dei corpi dei deportati uccisi mediante gas. Tali squadre venivano periodicamente soppresse per mantenere il segreto circa lo svolgimento della «soluzione finale della questione ebraica», il sistematico sterminio del popolo ebraico. Venezia è stato uno dei pochi sopravvissuti - l'unico in Italia, una dozzina nel mondo - di queste speciali squadre e ha raccolto le sue memorie in un libro pubblicato nell'ottobre 2007 a cura dell'editore Rizzoli, dal titolo Sonderkommando Auschwitz.
Donato Scutari. Dopo aver aderito al movimento antifascista dalla fine del 1942, si iscrisse al Partito Comunista Italiano nel dicembre del 1943. Prese parte alla guerra di liberazione sin dall'8 settembre, alle lotte per la terra e per la pace (2 processi) e contribuì alla costruzione del PCI nella sua regione, la Basilicata.
Dal 1949 al 1954, insieme a Giorgio Amendola al quale era molto legato, fece parte del Comitato Regionale del PCI Campano-Lucano. Nel 1949 venne chiamato a costruire la Federazione Giovanile Comunista (FGCI) nella regione, di cui divenne poi segretario regionale, entrando a far parte anche del Comitato Centrale sino al 1955.
Nel 1955 fu inviato a Mosca alla Conferenza internazionale della gioventù comunista in sostituzione di Enrico Berlinguer, allora presidente della Federazione mondiale della gioventù democratica. Fu in seguito segretario della Federazione del PCI di Potenza (1958-1964), fu il primo segretario regionale per la Basilicata (1959-1968), nuovamente membro del Comitato Centrale e della Commissione Centrale del partito (1965-1972), consigliere comunale di Potenza (1960-1970), consigliere provinciale (1960-1964).
Nel 1966 partecipò con Alessandro Natta a Sofia, in Bulgaria, alla conferenza di tutti i dirigenti e segretari dei Partiti Comunisti del mondo: qui riuscì a far approvare una linea contraria alla scomunica del Partito Comunista Cinese. Divenne per la prima volta deputato nel 1968, e fu poi rieletto nel 1972. Fu membro del Comitato Direttivo del gruppo comunista alla Camera, della Commissione Agricoltura, segretario della Commissione Interparlamentare per le questioni Regionali.
Dal 1975 al 1976 fu anche Sindaco di Venosa. Nel 1976 fu eletto senatore nel collegio di Melfi, entrando anche a far parte del Comitato Direttivo del gruppo comunista al Senato, e poi divenendo segretario della Commissione Bilancio e Programmazione. Nel 1979 partecipò ed intervenne a Praga, insieme a Giulio Andreotti, alla conferenza dei parlamentari di tutto il mondo. Dal 1979 al 1980 fu collaboratore di Giorgio Napolitano presso la Sezione esteri del Comitato Centrale del PCI; da qui seguì i rapporti del partito con i paesi socialisti ex coloniali e sottosviluppati. Sempre nel 1980 alle Frattocchie, con Berlinguer e Paolo Bufalini, respinse la proposta del Partito Comunista Polacco di indire una conferenza antisovietica.
Marcello Cini. È stato professore emerito all'Università La Sapienza di Roma, chiamato da Edoardo Amaldi nel 1957 per la cattedra di Istituzioni di Fisica teorica e in seguito di Teorie quantistiche . È stato inoltre vicedirettore della rivista internazionale "Il Nuovo Cimento".
Dagli anni settanta ha accompagnato questa attività con studi di storia della scienza e di epistemologia, e interventi su varie riviste e sul quotidiano "Il manifesto", di cui fu tra i fondatori, scelta che gli costò la radiazione dal Partito Comunista Italiano nel 1970.
Nel 1967 fece parte del Tribunale Russell sui diritti dell'uomo, visitando il Vietnam durante la guerra e testimoniando le atrocità belliche.
È stato direttore della rivista SE/scienza esperienza fondata da Giulio Maccacaro.
Tra le sue numerose pubblicazioni, ricordiamo l'Ape e l'Architetto (1976) (scritto insieme a Giovanni Ciccotti, Michelangelo De Maria e Giovanni Jona-Lasinio), Il paradiso perduto (1994), Dialoghi di un cattivo maestro (2001). 
Hans Werner Henze
Luciano Barca. Partecipa alla II guerra mondiale come ufficiale di Marina ed è decorato per azioni con i mezzi d'assalto. Il 12 settembre 1943 è al comando di un sommergibile, quando, al largo di Bastia attacca un MAS tedesco sfuggito al fuoco di Fecia di Cossato; fa poi rotta per Malta dove il mezzo entra a far parte del gruppo inglese Midway II. A guerra conclusa (maggio 1945) parte per Torino e aderisce al movimento della Sinistra cristiana, del quale assume la rappresentanza nel CLN del Piemonte. Nel novembre 1945, a Roma, sostiene la mozione per la confluenza del movimento nel PCI. Iscritto al PCI nel 1945, è eletto nel 1956 nel Comitato Centrale ed entra nel 1960 nella segreteria nazionale del partito. Dal 1963 al 1987 è deputato al Parlamento, mentre dal 1987 fino al 1992 è senatore. È stato vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera, presidente della Commissione bicamerale per il Mezzogiorno nei difficili anni del passaggio dalla Cassa all'intervento ordinario e dal 1965 al 1970 è stato vicepresidente del gruppo del PCI alla Camera. La sua carriera giornalistica lo porta alla direzione sia de l'Unità, sia di Rinascita.
Membro della Direzione del PCI e responsabile della Commissione economica è uno stretto collaboratore di Enrico Berlinguer dal 1970 al 1980. Contrario al modo in cui fu attuata la svolta della Bolognina, che porta il PCI a trasformarsi in Partito Democratico della Sinistra, esce dal partito DS nel 1997, pur continuando a militare nella sinistra.
Ahmad al-Ja'bari guerrigliero palestinese
Raimondo Luraghi. Nato a Milano, ma “Torinese d'elezione” (sua madre, rimasta vedova, si risposò nel capoluogo piemontese quando era ragazzo), Luraghi fu sorpreso dall'armistizio nel Sud Est della Francia, occupato dalla nostra IV Armata. Sottotenente della Guardia alla Frontiera, acquartierata presso Saint Martin Vésubie, aveva già avuto modo di opporsi, con i suoi soldati, ai tedeschi e alle milizie di Pétain, per difendere alcune centinaia di ebrei, che avevano trovato un precario rifugio nelle Alpi Marittime. L'8 settembre 1943, insieme al sottotenente Michele Balestrieri (poi fucilato dai nazifascisti) e ad un gruppo dei suoi soldati, formò un primo reparto partigiano nella zona di Saint Jacques d'Entracque e il 16 settembre sostenne il primo combattimento. Nel gennaio del 1944 entrò nelle formazioni Giustizia e Libertà, passando in maggio nella IV Brigata Garibaldi comandata da "Barbato" (Pompeo Colajanni), dapprima come Capo di Stato Maggiore e poi quale comandante del Battaglione Arditi, col nome di battaglia di "Martelli". Ferito in combattimento il 29 luglio 1944, fu decorato sul campo di Medaglia d'argento, e poi promosso capitano per merito di guerra. Nel dopoguerra fu redattore dell'edizione piemontese de l'Unità. Laureatosi a Torino con Romolo Quazza, con una tesi sull'antifascismo piemontese, fu professore di ruolo di storia e filosofia nei Licei (1954) e poi professore incaricato, ordinario e infine Emerito di "Storia americana" e coordinatore del Dottorato di ricerca in "Storia delle Americhe" nell'Università di Genova.
Rita Levi Montalcini

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