In quanto uomo, m'impegno ad affrontare il rischio dell'annientamento perché due o tre verità gettino sul mondo
la loro luce essenziale (Frantz Fanon)

venerdì 11 gennaio 2013

graecia capta ferum victorem cepit

Sul numero 2956 di Topolino (24 luglio 2012) c'è un'interessante 
descrizione della Grecia, dove zio Paperone – che ha 
probabilmente contribuito a rovinarla con qualche ardita 
speculazione – si reca per concludere affari a buon prezzo.
La Grecia immaginaria che qui è delineata non è frutto 
della fantasia americana, la storia, infatti, è tutta italiana e forse
 – e ciò va a a difesa degli autori – anche l'idea di Grecia che qui 
si racconta è in realtà un'immagine, neanche troppo deformata 
del nostro paese.
Si comincia con le linee aeree scalcagnate:


Non so dire come siano nella realtà le linee aeree greche, ma l'
odissea della nostra compagnia di bandiera è nota e negli stessi 
giorni in cui questo giornalino andava in edicola, la nostrana 
Windjet falliva, lasciando a terra economi vacanzieri.
Sul vettore, un'immagine datata dell'oriente:


Treni di terza classe, con galline e capre, sono sempre state 
le icone dell'oriente islamico trasmesse dalla sensibilità 
colonialista anglosassone. Sono, in realtà, immagini da molto 
tempo non più contemporanee neppure nell'Africa nera.
Notiamo, però, che la nostra memoria conserva tracce di scenari 
simili in ambientazioni nazionali (meridione e isole), elemento 
rivelatore delle modalità di colonialismo interno con cui si è 
condotta, fino ad epoche assai recenti, l'epopea di unificazione 
nazionale.
Anche altri servizi pubblici lasciano a desiderare:


Mi chiedo quante cabine del telefono ci siano, mettiamo, a 
Lampedusa. Quelle della mia città sono pochissime e corredate 
di un cartello che preavvisa la loro imminente demolizione.
Quanto a età e manutenzione degli autobus, noto che questa, 
purtroppo, è la sola analogia tra il capoluogo di provincia del nord, 
in cui vivo, e la, seppure immaginaria, isola dell'Egeo
.

Sull'isola, Paperone si imbatte in un funzionario pubblico propenso 
favorire piccoli traffici privati:


In Grecia sarà certamente così, ma il binomio familismo-corruzione 
è citato come parola chiave in tutte le analisi sul declino italiano.
Quanto al declino greco, stranamente De Paperoni, che fa 
certamente parte di Bildemberg e Trilaterale – e in ben altro ruolo 
rispetto alle funzioni impiegatizie della nostra aristocrazia 
accademica – non ne conosce in anticipo le ragioni, si limita a 
constatare:


Ma la chiave del mistero è semplice, disoccupati o fannulloni, 
i giovani (e gli anziani) dell'isola si fanno vivi solo al momento 
giusto:


Si ostinano, dunque, a vivere al di sopra delle loro possibilità, 
gozzovigliando e dandosi alla pazza gioia.


Sono le cicale d'Europa. Ma alla fine conquistano anche l'austero 
papero.


Perché poi, i padroni del mondo sono così, e si affezionano, come 
le signorine inglesi dell'altro secolo, a questi posti un po' selvatici, 
ma tanto pittoreschi, e ci vanno volentieri in vacanza. In Grecia 
come da noi.
Certo è che qualche comodità in più bisognerà procurargliela, per 
restare sul mercato: la prostituzione infantile, ad esempio, dove 
qualche passo avanti l'abbiamo fatto, ma soffriamo ancora la 
concorrenza di paesi in cui si è vinta, isolando certe posizioni 
conservatrici, la battaglia sul costo del lavoro.
Sul prossimo numero del settimanale, speriamo dunque di leggere 
qualcosa che propizi ulteriori conquiste comunitarie e globali: Zio 
Paperone e le marchette del Pulcino Pio, andrebbe benissimo.

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